Femore del Povero

Questa bacchetta di avorio ornata di rune emette un lieve rumore come se qualche oggetto più piccolo fosse contenuto al suo interno, ma non mostra alcun taglio o scanalatura che ne permetta l'apertura.
Aura: Trasmutazione opprimente
Livello: 20°
Slot: Nessuno
Peso: 2 kg

Descrizione

Questa bacchetta di avorio decorata da nove speciali rune dorate è un contenitore ornamentale per il vero tesoro sigillato al suo interno: il femore spezzato dell'incrollabile altruista San Argil. La bacchetta non può venire aperta se non attraverso il processo per distruggerla, come descritto qui sotto. Quando il Femore del Povero viene impugnato, il nuovo possessore ne comprende immediatamente tutti i poteri e le limitazioni.

Quando impugnato come una Bacchetta, il Femore del Povero può essere usato per potenziare un incantesimo con un Talento di Metamagia che il chi lo impugna già conosce. Il portatore può applicare uno dei suoi talenti di metamagia a un incantesimo senza aumentarne il tempo di lancio o lo slot incantesimo richiesto. Modificare un incantesimo in questo modo richiede un numero di rune dorate pari all'incremento di livello dell'incantesimo normalmente richiesto dal talento di metamagia (per esempio, massimizzare un incantesimo con il talento Incantesimi Massimizzati consuma tre rune dorate). Potenziare in tal modo un incantesimo non richiede un'azione ed è compreso nel tempo di lancio dell'incantesimo. Le rune consumate passano da un colore oro lucente a un argento opaco. Le rune d'argento non possono essere usate per potenziare gli incantesimi, ma ottengono nuovamente il loro colore originale, potendo venire nuovamente utilizzate, all'alba di ogni giorno.

Dal momento che il Femore del Povero reca nove rune, può essere usato onde potenziare incantesimi per nove livelli ogni giorno. A discrezione del GM, se il portatore dell'artefatto ignora intenzionalmente la possibilità di compiere un'azione altruista o generosa, una delle rune della bacchetta inizia a tremolare e scompare in modo permanente, rispecchiando la povertà dell'anima del possessore. Diversamente, se il portatore del Femore del Povero compie un atto particolarmente generoso, come donare una larga percentuale della sua ricchezza ai bisognosi, una nuova runa speciale potrebbe apparire in modo permanente sulla bacchetta.

Quando in possesso di una creatura malvagia, il Femore del Povero invece opprime il suo portatore con il peso dei suoi peccati. In questo caso, il Femore del Povero non concede nessuno dei suoi poteri e agisce come una Pietra del Peso. La bacchetta può essere recuperata dalle grinfie di un possessore malvagio solo se questi muore oppure la dona volontariamente a una creatura non malvagia che la accetti volontariamente.

Distruzione

Se un portatore non malvagio si comporta in modo così egoista da causare la scomparsa di tutte le rune del Femore del Povero in modo permanente, la bacchetta può venire spezzata e aperta superando una prova di Forza con CD 35. Questo porta alla luce il frammento d'osso, ma distrugge l'artefatto.

Storia

Nel 4638 CA, le armate demoniache sciamavano fuori dalla Piaga del Mondo soverchiando la città-fortezza crociata di Drezen. Pochi piccoli gruppi di crociati si ritirarono combattendo, proteggendo i comuni cittadini durante la loro fuga. Uno dei più fieri protettori della popolazione in quei tempi terribili fu lo stregone Argil.

Crescendo orfano per le strade di Drezen, Argil venne tirato su ed educato dalla chiesa di Iomeade e diventò un giovane uomo retto. Una volta adolescente, rifiutò di andare a vivere all'orfanotrofio e scelse invece di vivere in strada di Drezen. Nonostante fosse povero e senza casa, il giovane Argil condivideva sempre con gli altri quel poco che aveva ed era sempre gentile con chiunque incontrasse.

Argil fece voto di povertà durante la Prima Crociata, e quell'uomo ossuto con indosso sempre la stessa tunica logora divenne una figura conosciuta in tutta Drezen. Con la caduta di Drezen, Argil, che nel frattempo era conosciuto come Lo Stregone Povero, si dedicò alla protezione dei rifugiati che scappavano verso la sicurezza a sud ovest. Mentre i demoni iniziavano a sopraffare la città in difficoltà, lo Stregone Povero esortò i cittadini ad abbandonare i loro averi e confidare che la dea della rettitudine avrebbe protetto la loro ritirata. Argil affrontò con decisione il massacro demoniaco, con la sua magia celestiale a tenere a bada ululanti uomini-bestia e demoni. Alcuni testimoni videro lo Stregone Povero brillare come avvolto da indumenti dorati, come se il suo altruismo avesse assunto forma fisica. Quando venne sopraffatto, il suo corpo eruppe in una vampata di fuoco sacro, incenerendo i nemici entro centinaia di chilometri e lasciando dietro di sé solo le ossa spezzate di Argil. Sedicenti ciarlatani di tanto in tanto offrono un frammento d'osso come presunta reliquia di San Argil martire, sebbene la sua unica vera reliquia si sia manifestata spontaneamente in un contenitore d'avorio riflesso fisico della ricchezza spirituale di Argil.

In una qualsiasi area desolata della Piaga del Mondo, i PG potrebbero essere avvicinati da un petulante Babau che ha con sé il Femore del Povero. Il demone è entrato in possesso della bacchetta quando si stava aggirando sul luogo di una vecchia battaglia svoltasi al di fuori della città caduta e adesso non riesce a sbarazzarsi dell'artefatto. Il demone si avvicinerà pacificamente, offrendo la reliquia in cambio di qualsiasi cosa creda di poter ottenere dai PG (o, se i personaggi sono esitanti, gliela offre persino gratuitamente). I PG più cauti è facile che sospettino qualche tipo di tradimento dietro all'inusuale offerta del demone, ma il babau vuole semplicemente sbarazzarsi della maledizione dell'artefatto.


Fonte: Pauper's Thighbone